Siamo ai saluti. Niente pippone nostalgico, dai. Consideriamo questo post come una scatola dei ricordi. La apro, pesco le foto di Play Copy 2019 e ci collego immagini cristallizzate nella mente.
#Teamansia
Dunque, la prima foto è quella che vedete in alto, twittata durante il mio speech da Denise Salis, partecipante a Play Copy e a quanto pare membro attivo del #teamansia. Quando ho letto il tweet che vedete a fianco mi sono spanciata dalle risate. Felicissima di essere una di voi, ragazzi! 😀
In pieno in tema “emozioni”, apro il mio intervento parlando, appunto, di ansia. Cos’è questa, se non un passaggio necessario, foriero di progettualità? La verità è che bisogna ascoltarla e attraversarla, per lasciarla andare. E prima di salire sul palco, in ansia lo sono per davvero. Per me, prima volta davanti a 500 persone e alla temutissima telecamera. Ok, sono docente di comunicazione per CSL e tengo corsi in aula quotidianamente, ma tra l’aula e il palco c’è un po’ di differenza! Per farvela breve, prima dell’intervento non mangio nulla. Passo un po’ di tempo in disparte, vagando su e giù per il Forum, e faccio un po’ di mindfulness. Ogni tanto qualcuno mi passa accanto, mi vede impalata con gli occhi chiusi e se ne va, perplesso. Molto bene. Eppure la meditazione è un toccasana per l’ansia, Teoria U docet. Infatti alla fine mi calmo. Quando tocca a me, il panico lascia il posto ad uno spazio vuoto, vortice embrionale di creatività. Uno spazio che riempio di relazione. Il momento più intenso? Non a caso, l’attimo prima di parlare. Dalla sala percepisco un silenzio denso, carico di concentrazione e attesa. Sento le menti in fermento di Play Copy. Aggiungo al coro la mia. Scatta la connessione, si vola.
Ascolto empatico e Teoria U del MIT
Affermo che l’ascolto è una pratica e svelo il metodo di lavoro che applico da anni nei miei progetti di comunicazione. Racconto come l’ho sperimentato nel progetto Eden Viaggi, per il quale ho ricoperto il ruolo di project manager. Parlo della Teoria U di Otto Scharmer. Dico che è precisa responsabilità del project manager ascoltare il cliente per personalizzare i contenuti, e ascoltare i copywriter per metterli nelle condizioni di lavorare bene.
Dal vivo
Cercavo l’immagine dove siamo tutti insieme ma non la trovo (c’è?), allora metto questa. Solo per dire che sono stata proprio contenta di conoscere questi volti dal vivo, finalmente. Tutti, ma proprio tutti i relatori, sul palco sono stati incredibili e di grande ispirazione. Giù dal palco… pure. Ricordo molte chiacchiere, risate, e anche molti abbracci. Mica era scontato, eh. Eppure, che vi devo dire, è andata così. Penso a loro, ed ecco una carrellata di flash: Valentina Falcinelli e quel sorriso buffo al ristorante, Francesca Mattia e quegli abbracci forti prima e dopo lo speech; Giuseppe Brugnone, Davide Bertozzi, Martina Mennella, Alessandro Zonin, Martina Carone, Camilla e Marianna Panebarco, Francesco Addeo, e tutti i discorsi a pranzo e a cena. Con Sergio Müller e Lavinia Francia non ci siamo incrociati, peccato. In compenso, però – non so come sia successo – sono riuscita a beccarmi un abbraccio pure da Paolo Iabichino (no vabbè, lo adoro). Ne vogliamo parlare?!
Infine, eccoci qui con Jessica. Gli ultimi mesi per noi sono stati pazzeschi, pieni di ansia (tanto per cambiare) e soddisfazioni. Siamo amiche, colleghe, compagne di viaggio. Insieme portiamo avanti alcuni progetti di Matè, la web agency liquida per il turismo fondata proprio da lei. Non siamo carine?
Grazie, ad un mucchio di persone
L’ultima immagine è un collage di volti che non ho, ma che è stampato nella mia memoria. Sono le persone che mi hanno dato una mano nella fase preparatoria di questo “grande spettacolo dopo il Big Bang”. Voglio ringraziarle tutte.
In origine, Susan George e quel nostro caffè che mi ha cambiato la vita. Otto Scharmer e la sua squadra, che dire di loro? Li amo. La preziosissima Marina Seghetti e Ulab.Hub Firenze. Il mio art, Samuele Calamassi, che ha preparato le super slide del mio intervento. Tutto il club di Toastmasters Academy – Florence, grazie al quale io e Jessica ci siamo esercitate col public speaking (se volete imparare a parlare in pubblico, contattateli!). Poi, ringrazio le mie amiche Elisabetta, Arianna, Simona e Silvia, che hanno assistito alle prove del mio speech. Mia mamma Donatella, che mi ha supportata e sopportata nei momenti più stressanti. E lui, Jacopo. I suoi occhi fieri nella platea, la mia ricompensa più bella.
Per concludere, grazie a tutta l’organizzazione e a tutte le menti vivacissime che hanno partecipato a questo convegno nazionale così importante, e che spero di aver ispirato. Loro, del resto, hanno ispirato me.
Ciao Play Copy.
Metti a terra i tuoi progetti, comunica lasciando il segno.
Sono Alessandra Pistillo, consulente di comunicazione e brand coach.
Da oltre 10 anni lavoro a fianco di imprenditori che sanno vedere lontano, per raccontare i loro progetti in modo autentico e potente.
Grazie ad una consulenza profonda e personalizzata basata sull’ascolto empatico, facilito lo sviluppo del potenziale di marca e ti aiuto a dare più credibilità e visibilità alle tue idee, valorizzando l’identità del tuo progetto.
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